Da qualche tempo sto aiutando un cliente ed amico a pianificare ed eseguire la migrazione delle proprie infrastrutture dati ormai antiquate e poco sicure a nuove soluzioni performanti e al passo con i tempi.

Il primo passo generalmente è quello di scegliere se mantenere il tutto on-premise (sui propri server fisici) oppure passare al cloud. Devo ammettere che in questo caso il cliente ha dimostrato grande apertura mentale volendo passare al cloud, nella fatti specie Azure.

Quali soluzioni abbiamo a disposizione?

Ma a questo punto si aprono diversi scenari: dobbiamo mettere a disposizione il database nuovo e fiammante, ma … dove lo mettiamo? Si perché Azure, come altre piattaforme (alias AWS, Google) mette a disposizione una pletora di possibilità che soddisfano tutte le necessità.

Macchine virtuali con licenze SQL Server? Istanze database gestite? Singoli database? Addirittura Cosmos DB?

La scelta non è semplice perché se da una parte, la possibilità di gestire una macchina virtuale significa anche far fronte alla manutenzione e sicurezza, dall’altra una istanza SQL Server interamente gestita permette certamente di dimenticarsi di tutta la parte di manutenzione, ma questo avviene ad un costo decisamente importante dipendentemente alle prestazioni richieste.

In poche parole: più potenza di calcolo richiedi, e più paghi. Questo è ciò che ha reso famoso il cloud in effetti.

E il professionista dove lo mettiamo?

Allora mi sono chiesto: ma in questa equazione come interviene il fattore “professionale”?

Per alcuni la risposta sarà: “Non esiste. Non c’è bisogno di consulenti qualificati, in quanto fa tutto il sistema. Basta alzare la levetta delle prestazioni e aggiungi processore, memoria, ecc…”.

Ma davvero è così?

Facciamo un rapido calcolo: la piattaforma scelta permette di acquistare il provisioning di un singolo database e di pagarlo in base alle “risorse consumate”. Ovvero: in base alle operazioni che la base dati esegue possono essere necessarie più o meno risorse di calcolo e di spazio.

Prendiamo ad esempio la “taglia” più potente: sarebbe costata quasi 17000 $ al mese. La “taglia” subito meno performante, circa 7000 $ al mese.

Ecco la riflessione: il cloud è una soluzione semplicemente fantastica, permette di scalare senza problemi “alzando” una levetta. Ma tutto avviene ad un costo, ed al quanto salato. Non per niente aziende come Microsoft che erogano più di un servizio hanno sperimentato nel cloud la loro maggior percentuale di fatturato (vedi https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/il-cloud-fa-volare-i-conti-di-microsoft-utili-sopra-le-attese/)

E quindi che ruolo assume un serio fornitore? Oppure conviene solo alzare la famosa “levetta” per avere più potenza?

La storia dei costi occulti

Ripensiamo al caso di prima: un professionista potrebbe davvero fare la differenza tra far risparmiare o meno al suo cliente i 10000 $ al mese di differenza tra le due taglie ottimizzando come si deve i sistemi. Quindi cosa vale di più? Il binomio tra risorse costose e un fornitore poco competente? Oppure la sinergia di un potente strumento amministrato, gestito e ottimizzato da un tuo collaboratore qualificato, competente e di esperienza?

O ancora: quanto costerebbe un errore di valutazione nell’acquistare un servizio piuttosto che un altro?

Ecco perché parlo di costi occulti: se non correttamente gestito, rischi di sfruttare ben poco quello che hai acquistato, finendo per pagare di più per prestazioni più elevate, per ottenere i soliti risultati che avresti semplicemente gestendo in maniera oculata e professionale le risorse che già hai a disposizione.

Ed infatti con il cliente di cui ti parlavo prima è successa la stessa cosa: ottimizzando le sue infrastrutture esistenti, ci siamo accorti che avremmo potuto risparmiare una buona percentuale rispetto a quello che sembrava necessario all’inizio.

No, non è un caso

E’ il risultato di una professionalità acquisita nel tempo.

Secondo me il cloud è senza dubbio uno strumento prezioso, potente e capace di grandi cose, ma appunto è solo uno strumento. La vera differenza la fa il modo in cui viene gestito, amministrato.

Certo, sarà sempre possibile “alzare” la levetta, ma non ha senso circondarsi di persone che “alzano levette”. Hai qualcosa di prezioso fra le mani, meglio farlo gestire da chi ne conosce tutti i dettagli.

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