Data Act: la strategia dati Europea, atto secondo

Posted by danieleperugini on Monday, January 15, 2024

Data Act: la strategia dati Europea, atto secondo

Il Data Act, recentemente entrato in vigore nell’Unione Europea, segna una svolta significativa nella gestione e nell’accesso ai dati generati all’interno dei Paesi membri. Questa legislazione mira a stabilire un equilibrio nel valore dei dati tra gli attori digitali, stimolando un mercato dei dati più competitivo e innovativo. 

Il Data Act in realtà non è una misura a sé stante, ma rientra in una più ampia data strategy adottata dall’Unione Europea iniziata nel 2020 con il primo dei suoi pilastri: il Data Governance Act.

In sintesi il Data Governance Act è uno strumento che mira a regolamentare il riutilizzo dei dati pubblici e protetti. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso l’implementazione delle linee guida espresse per la condivisione dei dati in modo affidabile e sicuro.

Per intenderci, il famoso GDPR rientra nel Data Governance Act.

Tuttavia, come detto prima,  il Data Governance Act non era che il primo pilastro della data strategy europea.

Alla data strategy europea, si aggiunge adesso il Data Act. In questo caso il Data Act mira a regolamentare CHI può avere accesso a dati terzi e COME può creare valore dai dati generati da altri. Questo sarà applicabile da settembre 2025.

Iniziamo con il capire perché

In generale la data strategy ha come primo obiettivo quello di “creare un mercato unico dei dati che garantisca la competitività globale dell’Europa e la sovranità dei dati. Gli spazi comuni europei di dati garantiranno che più dati diventino disponibili per l’uso nell’economia e nella società, mantenendo al contempo sotto controllo le imprese e le persone che generano i dati … rendere l’Europa leader nell’economia dei dati sfruttando il potenziale della quantità sempre crescente di dati industriali, al fine di avvantaggiare l’economia e la società europee” (fonte: Commissione Europea).

Ad esempio, questo permetterà di migliorare l’assistenza sanitaria, creare sistemi di trasporto più sicuri e puliti, generare nuovi prodotti e servizi, ridurre i costi dei servizi pubblici, migliorare la sostenibilità e l’efficienza energetica, ecc …

Insomma, l’obiettivo è quello di rendere gli stati dell’UE più competitivi tramite un utilizzo dei dati più snello e al tempo stesso sicuro.

Come il Data Act supporta la strategia dati all’interno dell’Unione Europea

Pertanto, dopo aver posto le basi con il Data Governance Act indicando linee guida per indicare COME condividere dati in modo affidabile e sicuro, adesso la domanda è: CHI può accedervi e in quali condizioni per creare valore dai dati generati da attori terzi?

Qui entra in gioco il Data Act all’interno della strategia dell’Unione Europea, perché nella pratica non è una cosa semplice permettere l’accesso dei dati ad attori terzi. In particolare questo è valido nel mondo IoT, dove i piccoli dispositivi che stanno pervadendo sempre maggiormente la nostra quotidianità, generano una quantità inimmaginabile di dati eterogenei (si, i famosi Big Data).

Il volume di dati generati da esseri umani e macchine sta crescendo in modo esponenziale e sta diventando un fattore critico per l’innovazione delle imprese e delle autorità pubbliche (ad esempio, la creazione di città intelligenti). La legislazione consentirà agli utenti di accedere ai dati che generano, dato che, secondo la Commissione europea, l'80% dei dati industriali raccolti non viene mai utilizzato (fonte: Parlamento Europeo).

Come si può immaginare ogni azienda produttrice di device che generano dati è estremamente gelosa di questo “nuovo" oro digitale.

Gli utenti di oggetti o dispositivi generalmente ritengono che dovrebbero avere pieni diritti sui dati che generano. Tuttavia, questi diritti spesso non sono chiari. Inoltre, i produttori non sempre progettano i loro prodotti in modo da consentire agli utenti, sia professionisti che consumatori, di sfruttare appieno i dati digitali che creano quando utilizzano oggetti IoT. Ciò porta a una situazione in cui non vi è un’equa distribuzione della capacità di basarsi su dati digitali così importanti, frenando la digitalizzazione e la creazione di valore. Insomma, il rischio è di avere un mercato fortemente polarizzato.

Il Data Act garantirà l’equità stabilendo norme relative all’uso dei dati generati dai dispositivi Internet of Things (IoT). 

Inoltre, essa cerca di armonizzare i diritti di accesso ai dati, che spesso variano a seconda delle situazioni e delle condizioni.

Quali saranno alcuni obiettivi pratici del Data Act nell’Unione Europea?

✅ Certezza del diritto: Norme chiare per l’uso dei dati, incentivando la generazione di dati di alta qualità e facilitando il trasferimento tra fornitori di servizi. Queste misure faciliteranno il trasferimento dei dati tra i fornitori di servizi e incoraggeranno un maggior numero di attori, indipendentemente dalle loro dimensioni, a partecipare all’economia dei dati. 

Prevenzione dell’abuso contrattuale: Protezione delle PMI da clausole contrattuali abusive e sviluppo di contratti equi per la condivisione dei dati. Le PMI saranno protette dalle clausole contrattuali imposte da una parte che gode di una posizione di mercato significativamente più forte nel mercato.

Accesso pubblico ai dati: Consentire agli enti pubblici di utilizzare dati privati per scopi di interesse pubblico. Il Data Act permette ai corpi della pubblica amministrazione di accedere e utilizzare i dati detenuti dal settore privato per rispondere rapidamente ed efficacemente a emergenze pubbliche, come alluvioni o incendi, riducendo al minimo l’onere per le imprese.

Interoperabilità dei dati: Norme per consentire ai clienti di passare tra fornitori di servizi di trattamento dei dati e sbloccare il mercato del cloud dell’UE. Esse contribuiranno inoltre a creare un quadro generale per un’efficiente interoperabilità dei dati. 

L’applicazione di queste linee guida avrà un forte impatto. Un aspetto non trascurabile sarà quello del diritto di proprietà: quando si acquista un prodotto tradizionale, si ha accesso a tutte le parti e gli accessori. Tuttavia, con i prodotti connessi ad internet che generano dati, spesso non è chiaro chi può utilizzare tali dati. La legge sui dati permetterà agli utenti di trasferire facilmente i propri dati, garantendo un maggiore controllo sull’uso dei dati generati da oggetti, macchine, e smart device.

Per riepilogare queste informazioni, ho allegato una infografica scaricata dal sito della Commissione Europea.

Eccola qui a tua disposizione!

Alla prossima informazione!


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Dicono di me

Ricordo ancora bene cosa mi spinse a coinvolgerlo per la prima volta. Oltre che a trasmettermi competenza ed affidabilità, Daniele mi è sembrato fin da subito propenso a mettersi in gioco e a fare squadra con Fapim. Ho percepito in maniera marcata che questa persona avrebbe fatto suo il problema e avrebbe cercato di risolverlo concretamente.

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Fapim S.p.a.Ombretta Pacini, responsabile comunicazione e immagine aziendale
È orbitando nell’area Microsoft che abbiamo conosciuto Daniele. Abbiamo iniziato a collaborarci nel 2016 in un momento nel quale, dopo aver introdotto in azienda la metodologia di Agile grazie ad un lungo periodo di formazione interna su questo argomento, iniziavamo a metterla in pratica su nuovi progetti e necessitavamo di Project Manager e Team Leader con esperienza.

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Vivido S.r.l.Claudio Menzani, Paolo Ciccioni
Ho conosciuto Daniele grazie ad una sua ex collega che mi ha parlato molto bene di lui e dei suoi servizi di consulenza e collaborazione nel campo della consulenza. Mi ha spinta a rivolgermi a Daniele la sua preparazione, professionalità e disponibilità.

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